Quand un gnéra e’ trailer

acrilico su tessere di legno (15 tessere 15×15 cm cad.) montate su listelli di legno, 160 x225 cm, 2021

Protagonista è il manifesto, l’arma di seduzione delle case cinematografiche prima ancora del trailer. Quand un gnèra e’ trailer, un’espressione che richiama la babele di lingue alla maniera di Satyricon, un elogio all’uso del dialetto che il grande cineasta Fellini onorava come tesoro delle sapienza dei vecchi o come ritorno alla fanciullezza, alle radici, all’efficacia delle emozioni che suscita il vernacolare, la lingua del profondo, come il dialetto de I vitelloni, quello vagamento emiliano de La strada, quello romanesco de Le notti di Cabiria, quello della La dolce vita. Le immagini di poster cinematografici ricomposti in un’unica opera ci raccontano dell’umanità complessa incarnata dal regista e al contempo realizzano un tributo agli artisti che hanno creato opere per il Maestro. Quand un gnèra e’ trailer riprende nello stile le modalità creative del decollage di Mimmo Rotella per metterne in discussione i termini all’interno di un processo partecipato e giocoso. L’atto di appropriarsi dei volti dei grandi miti di Hollywood e di restituirne ritratti alterati e comunque sofisticati di cui era autore Rotella, viene qui riproposto da Daniela Musone in un’ottica ludica che lascia fluire le memorie stratificate del passato, aumentando ulteriormente il livello di interpretazione dello spettatore e chiamandolo al contempo ad agire. Le parti mancanti delle scritte e delle figure, lacerate dagli strappi, coinvolgono il fruitore al quale viene chiesto di completare l’opera con un esercizio di esplorazione dei propri ricordi e fantasie. Tuttavia Daniela Musone nel disfare e ricomporre manifesti e significati, va oltre e propone allo spettatore di confermare l’esito del processo mentale in un’azione fisica: l’operazione di decostruzione e riconfigurazione dell’immagine necessita una ricollocazione fisica delle tessere calamitate che si concretizza nell’opera ogni volta in un aspetto differente, vitale e in continuo movimento.

Integrazione degli opposti

“Integrazione degli opposti” (39 x 19 cm tecnica mista su legno).

Da bambina mi divertivo ad indovinare il disegno nascosto nell’intreccio di puntini numerati, con il tempo ho imparato che saper unire i puntini, cioè mettere in relazione elementi apparentemente slegati è all’origine del processo creativo, come dire che l’opera è già sotto i nostri occhi anche se non si è venuta alla luce.
In quest’opera aperta, manipolando gli stessi fili colorati e utilizzando gli stessi punti di raccordo, gli spettatori sono liberi di unire i puntini come meglio credono.

Piccolo spazio creatività parte I

“Piccolo spazio creatività – parte I” (installazione, tessere di legno decorate a mano e calamitate su pannello metallico 50x50cm).

Nell’opera Piccolo Spazio Creatività n.1 si compie una timida proposta di fusione tra la poetica ispirata alla revisione dell’antico in chiave pop e quella della partecipazione attiva dello spettatore.

Daniela Musone continua con l’idea di scomporre attraverso tessere e frammenti l’immagine, ma questa volta ci gioca e chiama lo spettatore a fare altrettanto. Per mezzo di calamite la Gioconda iperpop di Daniela diventa un campo di sfida alla creatività di tutti: chiunque può impostarel’immagine seguendo colori e forme differenti. La dimensione ludica accompagna la revisione della memoria culturale condivisa attraverso strumenti semplici e di facile impiego.

Come diceva Einstein: “La creatività è contagiosa. Trasmettila”