“Nature is home” (installazione, tecnica mista su struttura in legno, 121 x 52 x9 cm)
Nature is Home è un’opera che nasce dall’idea di occupare uno spazio fisico per mezzo di una trama simbolica. La decorazione dell’oggetto, in questo caso un vecchio cassetto, è un esempio utile ad esprimere la strada di sperimentazione che negli ultimi anni ho intrapreso: occupare luoghi fisici per mezzo di riflessioni estetiche che portano a far partecipare la comunità.
L’opera si presenta come una scatola che contiene due spazi, la metafora della chiusura ricorda la nuova ecologia della mente che l’umanità ha dovuto apprendere durante questo periodo e propone una riflessione su due spazi ideali: uno metafora della natura esterna, armonica; l’altro metafora dell’umanità sconnessa e nervosa. Le trame geometriche della decorazione ricordano questi due approcci alla vita e sono accompagnati da una considerazione ulteriore, realizzata attraverso l’applicazione di viti a gancio al cui interno scorre un elastico di plastica riciclata grazie al quale i due ambienti si connettono.
Natura e umanità sono legate da uno stesso filo che di base può essere sempre composto e riequilibrato secondo modalità differenti: in questo caso per motivi logistici e di presentazione Nature is Home si presenta con una trama di filo già organizzata, realizzata seguendo un disegno studiato dall’artista; tuttavia nelle mie opere il mio intento è quello di coinvolgere nell’esperienza estetica le persone che potrebbero, secondo la propria creatività, tessere orditi personali cambiando la disposizione e realizzando scenari sempre nuovi.
La presenza di una serie di rampicanti che si attorcigliano attorno all’oggetto rappresenta nell’ideale riflessione una complessità aggiunta, ma necessaria: la pianta rampicante che nel tempo si impossesserà dei ganci imposti sul supporto complicherà ulteriormente la composizione e andrà a modificare le scelte di chi deciderà di spostare il filo di plastica. Le forze della natura e dell’umanità sono attratte dalla volontà di occupare lo spazio ma solo collaborando possono coesistere generando insieme un “paesaggio” sociale.